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      Ma si può supporre che mentre tentava di impedire che una punta gli passasse nel corpo, l'altra lo raggiungeva".
      Credo che abbiate ragione. Noi abbiamo qui la fotografia del defunto. Guardate. La colluttazione è stampata sul braccio sinistro, ove vedete un taglio lungo due centimetri e largo uno. Il braccio si difendeva
      .
      Ma dappertutto! La contusione diffusa sulla palpebra superiore dell'occhio destro, le due contusioni al centro della regione frontale, le tre contusioni alla testa verso la zona occipitale, la puntata all'occipite parietale sinistro ed altre lacerazioni che dimentico, sono tanti testimoni che convincono che Notarbartolo contese la sua vita agli assassini fino all'esaurimento. Egli non si è dato vinto che quando il sangue gli veniva fuori a fiotti dalla testa, dalle mani, dal torace, dal ventre, dalle gambe.
      Datemi le fotografie dei suoi abiti.
      Esaminate i calzoni. Voi vedete nella regione inguinale della gamba destra due lacerazioni, una triangolare, l'altra quasi lineare, con una incavatura al centro. Per me queste ferite hanno l'importanza degli ultimi colpi. Il povero commendatore estenuato, dissanguato, con un barlume di conoscenza di quello che avveniva, si lasciò andare sul divano colla respirazione grave, stralunando gli occhi. Gli assassini paurosi che i colpi non l'avessero ancora assassinato completamente o sovreccitati dal sangue disperso dovunque, gli piantarono replicatamente il pugnale - perché sono ferite di pugnale - nel molle della carne.
      Il panciotto è un altro documento che non era in loro il genio dell'assassino.


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L'assassinio Notarbartolo o le gesta della mafia
di Paolo Valera
pagine 313

   





Notarbartolo