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      Non avevano il genio del male, ma erano dei ferrovieri consumati.
      Volete sapere il perché hanno aspettato fino a quel punto a sbarazzarsi del cadavere? Perché il treno in quel punto fa una lunga curva la quale nasconde a chi è al centro la testa e la coda del treno. Loro avevano qualcuno che vegliava. E questo qualcuno doveva esser un altro ferroviero. Ma non potevano essere sicuri che, nel momento di rovesciarlo, dei passeggeri non mettessero fuori la testa. Ce n'è uno appunto che dice di avere veduto cadere qualcosa dal treno ma non è sicuro del luogo.
      Non c'è che un idiota che possa discutere seriamente la questione del torrente. Noi siamo fortunatamente nell'ambiente. Prendiamone le misure. Perché non è che così che voi vi convincerete della mia convinzione. La larghezza del vagone è di due metri e sessantatre. Ma lo spazio tra un sedile e l'altro non è che di sessantacinque centimetri. Ora mettiamoci io e voi con un cadavere di novantasette chilogrammi sulle braccia o nelle mani e vedrete se saremo capaci di scaraventarlo fuori da uno sportello alto un metro e ottanta e largo sessanta centimetri. È dubbio se potremo sostenerlo e avere tanta forza da dare una spinta a un corpo morto.
      Ma dato possibile l'impossibile, voi vedete che non c'è posto per i movimenti. Come è possibile lanciarlo senz'essere a qualche distanza dal vano attraverso cui deve passare? E poi, ditemi due corpi, come io e voi, indipendenti l'uno dall'altro, possono mai trovare il punto di partenza con una spinta isocrona?


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L'assassinio Notarbartolo o le gesta della mafia
di Paolo Valera
pagine 313