Pagina (51/313)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      E perché, come vi ho già detto, avrebbero prolungato il martirio di tenerselo con loro alla stazione di Trabia, ove il treno si ferma e ove è tanto frequente lo scambio di passeggieri che vanno e vengono? Perché colui che avrebbe potuto diventare il delatore ha aperto gli occhi un'altra volta; perché il Notarbartolo non era che moribondo. Credete che fosse morto quando l'hanno rovesciato - badate che dico rovesciato - dal treno? Non lo era. Voi potete fare delle smorfie. Ma io ho la prova scientifica che non lo era. Non vi ricordate che la perizia ha constatato che il Notarbartolo riportò cadendo altre ferite alla testa? Avrei capito le ammaccature. Ma le ferite con perdita di sangue documentano la mia asserzione; cioè che l'azione vitale dei tessuti non era ancora spenta. In una parola Notarbartolo precipitò sul terreno caldo, ansante, colle ultime oscillazioni della vita. Il suo strazio deve avere durato più di quindici minuti. È per questo che vi ho detto fin da principio che gli assassini di Notarbartolo erano dei macellai".
      Io sono tra coloro che credono che sia stato lanciato fuori dallo sportello morto. E ve ne dico la ragione. Non mi avete detto che non si sono arrischiati a sbarazzarsi del commendatore prima della stazione di Trabia per paura di sbarazzarsi di un denunciatore? Se è vera la vostra supposizione, volete che abbiano poi commessa l'imprudenza di rovesciarlo ansante, caldo di vita? Non conoscete gli assassini di Notarbartolo, allora. Essi non erano uomini da risparmiare alla vittima qualche pugnalata per rimanere nel treno col dubbio atroce se avevano lanciato un vivo o un morto.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

L'assassinio Notarbartolo o le gesta della mafia
di Paolo Valera
pagine 313

   





Trabia Notarbartolo Notarbartolo Notarbartolo Notarbartolo Trabia Notarbartolo