Il campanello gli fece smettere di scervellarsi. Era l'avvocato Alongia, l'autore del Mondo Mafioso, un libro che aveva fatto qualche scalpore sul continente, solo perché se n'era occupato il corrispondente del Times.
Come stai?
Bene, grazie. E la tua signora?
Sarà qui a momenti. E questo Luraschi? Me ne scordavo. Egli non arriva mai né un minuto prima né un minuto dopo. È un'abitudine che gli hanno regalato i suoi amici inglesi. Eccolo in anticamera. Pare che in Inghilterra gli invitati entrino e vadano a tavola.
È un caro ragazzo con molta intelligenza. È un pezzo ch'egli desiderava di fare la tua conoscenza. Ha letto il tuo libro che egli chiama un sacco d'informazioni. C'è bisogno di fare le presentazioni? L'avvocato Stefano Alongi e il signor Luraschi di cui ti ho parlato tante volte".
Sono lieto di fare la tua conoscenza
.
Il piacere è mio
.
Tiraboschi andò alla parete a premere il bottoncino del campanello elettrico.
Giulia, dirai alla signora e alla signorina che sono le sei e mezzo suonate
.
Non ci fu bisogno. Entrarono come una folata di profumi. Ada, tutta vestita di bianco, con un filo arcuato e solcato di occhiolini di brillanti sul velluto rosso che le fasciava il collo, riproduceva la vergine. La si guardava e dava la vertigine. Ella era alta, esile con una testa che ridondava di capelli chiari senz'essere biondi, con la frangia delle lunghe ciglia che le gettava come del pudore sulle guance colorite dallo scarlatto delle labbra.
Alongia le strinse la mano, Luraschi la salutò con un inchino.
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