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      S'aperse la vetrata del salone dove erano le signore coll'avvocato Stefano Alongia e la sala degli uomini venne inondata dalla musica che accompagnava le voci che cantavano:
     
      Quannu nascisti tu bella munita
     
      Con una dolcezza che andava al cuore.
      L'ONOREVOLE DELINQUENTE AL LAVORO
     
      GIOVANNI, ci sono lettere? Ci deve essere in questo animale un po' del Torquemada. Ogni mattina mi fa soffrire la tortura di aspettare la posta. Chiamami il parrucchiere. Un onorevole senza corrispondenza è disorientato. Non sa più dove sia l'opinione. Non strapparmi i capelli, sai, Luigi. Tu mangi troppo e la tua mano ingrassa. L'opinione pubblica è una megera che terrorizza la democrazia. Agisce sui suoi nervi come un violino. Io la cerco per correggerla, incanalarla e sottometterla. Le vado lietamente incontro anche quando mi si presenta rannuvolata. Pigrone! Vieni avanti con quelle lettere! Crispi? Che cosa si dice di Crispi? Che è un grand'uomo? Lo credo bene. È il nostro Gambetta. Egli non è impacciato dai lacci della costituzione e l'Italia intera lo ammira. Credete a me, l'umanità non ha rispetto pei deboli. Tutte le volte che se ne schiaccia uno indossa la gramaglia per abitudine. Ma gode intimamente di saperlo morto. Così, va bene, vattene. Non c'è male. Gli occhi continuano a mantenere la chiarezza azzurra degli anni passati. L'idolatria di me stesso non è che un sentimento artistico. È un elettore che mi ringrazia. Non c'è di che, caro. Ho fatto il mio dovere. Mi è caduta la parola insulsa senz'accorgermene.


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L'assassinio Notarbartolo o le gesta della mafia
di Paolo Valera
pagine 313

   





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