Da un po' di tempo ho incominciato anch'io a pensare all'autonomia. Il governo centrale non capisce un'acca dell'Isola. Tutti i suoi rappresentanti sono o dei microcefali o dei ladri o dei corrotti. Salvo il mio buon amico Tiraboschi non c'è persona che valga un centesimo. I prefetti sono dei gaglioffi.
Non crederei se non avessi veduto coi miei occhi. Tutti sanno che c'è qui, come commissario straordinario, il generale Mirri. Non avevo parlato con lui che due volte. Ma me l'era figurato un altro uomo. La sua parola franca me lo aveva lasciato credere un soldato leale, incapace di bruttarsi il nome con atti disonorevoli. Non ho mai preso un granchio così grosso. Il Mirri non è al disopra degli altri che per l'altezza della persona. Più che un generale venuto in Sicilia a frenare i furti nelle amministrazioni municipali e a dare la caccia ai mafiosi in berretto e in guanti, è un misero agente elettorale dei candidati che il suo governo gli ingiunse di far eleggere. Sciupa tutto il suo tempo in queste miserie. L'ho saputo ieri nell'ufficio del Procuratore generale Venturini, ove mi trovavo con l'amico Tiraboschi.
È inutile, cari amici, darsi della pena per mettere la mano sugli assassini di Notarbartolo
.
La sospensione dell'integerrimo magistrato mi avrebbe ingrigiato, se non avessi avuto i capelli troppo giovani.
C'è una mano misteriosa che ci allontana sempre da loro. Quale? Non so. I miei non sono che sospetti
.
Dopo un'altra pausa come per ricacciarsi in gola il nome che gli veniva alla bocca, riprese la parola.
| |
Isola Tiraboschi Mirri Mirri Sicilia Procuratore Venturini Tiraboschi Notarbartolo
|