Pagina (104/313)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Vedete frotte di ragazzi e di ragazze, tra i nove e i dodici, nudi o quasi, venire alla superficie coi loro carichi di trentacinque chilogrammi, piegando sovente sulle gambe come ubbriachi. I piccini e le piccine portano sulle spalle un carico superiore a quello del portatore abissino. Ci dovrebbe essere una legge che impedisse che la speculazione frustasse la carne giovine in un modo così orribile.
      La giornata era piuttosto umida e fredda e loro uscivano da una temperatura se non ardente, caldissima. Le loro spalle avrebbero fatto compassione ai sassi. Erano spellate, cicatrizzate, mendate, rosse dal peso che scaricavano. Coi visi macilenti, con le braccia spolpate, con le ossa delle spalle aguzze, con le gambe scarne e sovente storte, mi sono sentito salire dalle viscere la commozione che annebbia gli occhi.
      In quello stato di dolore veramente sentito, io che non sono socialista, io che non voglio diventarlo perché la vita delle moltitudini non è la mia, in quell'attimo angoscioso ho veduto, come in una visione, frangersi tutta la civiltà che si è accumulata in questi secoli, come una vanteria inutile. Tu non hai ragione di esistere fino a quando le miniere siciliane saranno popolate di fanciulli e di fanciulle che imbrutiscono, ischeletriscono e muoiono nelle cave dello zolfo per mantenere nel lusso degli ingrati!
      La scena mi è qui inchiodata nel cervello. Vedo ancora la ragazza che precipitava, tra le risa delle altre, dalla scala che metteva nel pozzo e risaliva scorticata senza una parola di lamento.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

L'assassinio Notarbartolo o le gesta della mafia
di Paolo Valera
pagine 313