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      Vedo i nani, vedo i deformati, vedo i ragazzi quasi senza cassa toracica e vedo voialtri pieni di gibbosità e di slogature come in una crociera di ospedale. La civiltà che vi consuma per non servirsi dei mezzi meccanici di estrazione è una malignità raffinata nella crudeltà e condannata a perire. E non ne parlo altro per non guastarmi il sangue.
      RIPRENDENDO L'INCHIESTA
     
      BRAVO Prefaci! Non possiamo essere malcontenti di te. Tu meriti più del denaro per il quale tu arrischi la pelle. Con lui le notizie che avevamo raccolte intorno la tenebrosa famiglia dei Barone vanno perdendo ogni giorno dell'incertezza.
      Egli ci ha, direi quasi, convinti che le sue informazioni escono dalla bocca di Bastone Nicolò, figliastro di quelle due figure losche che signoreggiano il dramma fino in ultimo. Prefaci non ha dubbio alcuno. Gli assassini di Emanuele Notarbartolo, dopo il misfatto, si sono cambiati e lavati in casa dei Barone. Il guaio, mio caro e illustre Tiraboschi, è che Prefaci, colla sua affermazione, scompiglia la nostra inchiesta fatta nella quattordicesima vettura del treno numero tre. Abbiamo o non abbiamo concluso che gli esecutori materiali del delitto non potevano essere che due? Con il terzo personaggio che entra in scena senz'essere invitato, il nostro edificio si sfascia. Se i malviventi che accoltellarono il commendatore erano due e uno dei due era un ferroviere, come è possibile, ditemi, che siano andati in due alla casa del Barone? Voi vedete l'imbroglio. I due ferrovieri non hanno potuto abbandonare il treno.


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L'assassinio Notarbartolo o le gesta della mafia
di Paolo Valera
pagine 313

   





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