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      È una gioia suprema poter dire: il nostro compito è terminato. Giurati, a voi
      .
      Tiraboschi era tutt'altro che soddisfatto. Egli vedeva degli altri punti neri nella topografia del delitto e si accarezzava a due mani i capelli come per magnificare i pensieri che lo mettono in lotta con Luraschi.
      Il nostr'atto di accusa, diss'egli con aria cogitabonda, non è ancora all'epilogo. Voi avete fretta e vi contentate di un Bortolani. I Bortolani, i quali rappresentano la viltà nauseante, non trasmettono, credetelo, in dodici uomini la convinzione che con un verdetto di colpabilità non commetteranno un errore giudiziario. Bisogna dar loro delle prove materiali e noi di prove materiali non ne abbiamo. Le nostre sono induzioni che la prima ventata può portar via. Noi siamo sicuri di Fontana, ma voi avete dimenticato che ve ne sono due. Quale dei due accusano il Chetta? Il Giuseppe Fontana di Vincenza o il Fontana Giuseppe di Rosario? Ecco il nostro scoglio sul quale andremo forse a romperci la testa senza riuscire a prendere per il collo il delinquente più formidabile e più feroce dei sanguinarii che hanno atrocemente assassinato un uomo tanto buono.
      Mi pare che non debba essere difficile la soluzione del problema. Il Fontana di Vincenzo è piuttosto alto, ha una corporatura che tende a ingrossare. Faccia bruna, capelli castagni scuri, baffi del colore dei capelli, occhi piccoli e infossati, naso affilato, aspetto truce. L'abito blu gli dà l'aria di persona al disopra della sua classe. Il Fontana di Rosario, cugino del primo, è più vecchio, è piuttosto.


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L'assassinio Notarbartolo o le gesta della mafia
di Paolo Valera
pagine 313

   





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