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La questione non è nei connotati. La questione è che non sappiamo quale dei due sia il colpevole. Il loro passato è quasi identico. Entrambi sono persone di mafia, entrambi son dichiarati dalle autorità capaci di qualunque reato contro le persone e la proprietà, entrambi sono di Villabate, entrambi sono stati ammoniti, entrambi sono stati vigilati speciali, entrambi sono stati processati, entrambi sono stati assolti per insufficienza di indizii. La sola differenza che passa tra l'uno e l'altro è quella che Giuseppe Fontana di Vincenzo esercita il commercio degli agrumi e che Giuseppe Fontana di Rosario è proprietario di una bettola frequentata dai mafiusi e dai sorvegliati. Di più c'è questo a favore del Giuseppe Fontana di Vincenzo, che quest'ultimo ha documentato - come dice l'inchiesta del mio collega - il suo alibi, cioè che egli sarebbe andato a Hammamet in Tunisia, nel dicembre 1893 e non ne sarebbe tornato che l'undici o il dodici del mese di febbraio, vale a dire parecchi giorni dopo che il delitto era stato consumato. Io e voi non crediamo al suo alibi ma non abbiamo modo di provare il contrario. Ci si assicura che Giuseppe Fontana di Vincenzo fu veduto alcuni giorni prima della tragedia sanguinosa, lungo la linea ferroviaria di Ficarazzelli, in compagnia di altri mafiosi e che in quella giornata fu pure veduto a parlare col conduttore ferroviario Giuseppe Carollo. Dove sono le prove? Qualche altro teste irreperibile ha fatto correre la voce che egli sarebbe passato da Altavilla assieme a un altro, proprio il giorno fatale in cui il povero Notarbartolo perdette la vita.
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