Perché dunque ho avuto un altro eccesso di pazzia? Non lo so. Sono i ritorni della passione sguinzagliata in noi come una tempesta. Il mio piano rimane inoperoso. Prima non sapevo lasciarlo stare. Mi alzavo e correvo colle dita sulla tastiera a riempire la casa di melodie di Gluck, di Schubert e di Gounod. La disperazione di Margherita innamorata di Faust mi veniva alla gola come uno strazio. Povera Margherita, come capisco il sangue che dava il tuo cuore! Le espressioni drammatiche delle verità spirituali di questo lavoro altamente melodioso mi passavano sull'anima come ondate di passione sincera. Ora posso suonare la sarcastica serenata di Mefistofele!
27 ottobre. - Mi sono ricordato che due anni ieri io viveva nella incoscienza della vita. Ero ingenua come Margherita prima di avere conosciuto il suo Faust. Mi deliziavo di rose, leggevo dei romanzi, andava per i giardini della Conca d'oro che circondano Palermo come di una fascia verde e ritornavo a casa inebriata a gettarmi colla bocca sulla bocca della mamma. Ero troppo felice. L'ho incontrato due anni ieri, in via Macqueda, affollata di signore e signori. Io entravo dal pasticciere colla Antonietta Vulpini, una mia coetanea che ha preso marito e ha già due figli. Tra i signori dal pasticciere, c'era lui che sorseggiava un bicchierino di marsala, mentre una delle banchiere gli faceva il pacchetto di dolci per le sorelle. Mi guardava intensamente negli occhi da farmi paura. Mi ricordo che mi cadde il fazzoletto e ch'egli me lo raccolse e me lo presentò con la tuba in mano.
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