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      Vorrei che gli illegittimi fossero allevati dal Comune allo stesso modo dei legittimi, obbligandoli a crescere sotto il nome della madre. Il padre del figlio è sempre dubbio. La madre è la sola che possa baciare le guance paffute delle sue viscere senza che le sorgano dei dubbi.
      Divento svergognata. Se avessi il coraggio di rileggere ciò che scrivo incomincerei da capo. Queste incoerenze sono le tappe dello spirito.
      4 novembre. - Dio mio, come sono dimagrata! Non sono più che un mantello di capelli neri. Sento che affievolisco, che illanguidisco, che perdo di forze ogni giorno. Bisogna che io mi sforzi e viva. C'è una creatura di mezzo ed è mio dovere di salvarla. So che mia madre ne morrà di dolore. Ma non sono padrona di fare quello che voglio. Ci sono ancora due mesi di questo terribile supplizio. E poi tutto sarà finito. Nulla mia buona Laura sarà finito. Incomincerà allora la tua via crucis.
      Ecco dove capisco il suicidio, dove capisco l'infanticidio. No, no, io ne parlo perché sono sicura del mio equilibrio mentale. Ma ecco dove capisco il delitto. Il ragazzo mi ricorderà sempre l'uomo che io vorrei scacciare d'intorno a me come io l'ho già scacciato dal mio cuore. E invece! È una punizione troppo crudele di lasciare che un innocente rammenti eternamente il colpevole. Odiare, esecrare il padre ed essere costretta a baciarne, a idolatrarne il figlio! Oh Signore, è un castigo atroce che imponete alle povere creature. Sento che non sono un'eroina, sento che il cervello mi si infiamma.


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L'assassinio Notarbartolo o le gesta della mafia
di Paolo Valera
pagine 313

   





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