A un certo punto vide due ombre che passavano per il largo del bianco lunare, scomparivano e ricomparivano più sbiadite e si disperdevano dove la luce era più chiara. Non capiva chi potevano essere. A volte subiva l'impressione che andassero a corsa e a volte gli sembravano due buontemponi che andavano via per diporto. La loro scomparsa lo aveva lasciato più inquieto. Temeva di trovarsele alle spalle quando non sarebbe stato più in tempo di assumere un atteggiamento più tranquillo.
Non sapeva bene le ore, ma tutto gli diceva che il treno se non era già passato doveva essere lì lì per passare. Si curvava, si drizzava in piedi, si allungava verso tutti i punti, senza vedere anima viva. E tuttavia ci doveva essere in giro qualcuno. Perché il suo udito che gli aveva sempre servito bene, sentiva dei piedi che saltavan da una parte e dall'altra, ora colla mollezza del gatto e ora collo strepito dei piedi che affondavano nella sabbia secca. Non c'era più dubbio. Ne aveva sentito l'ansamcnto delle persone trafelate. A mano a mano che i rumori gli divenivano più distinti, si piegava su sé stesso come per perdersi nella ghiaia.
Buona sera, Andrea
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Sarebbe andato sulle ginocchia se non vi fosse già stato. La buona sera gli fece l'effetto di un fulmine a ciel sereno o di una fucilata che rasenti l'orecchio. Non seppe alzarsi che tirandosi su i calzoni come uno che voleva far credere che stesse facendo le cose sue. La luminosità argentea impediva di vedere che la sua faccia grigia era diventata cadaverica.
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Andrea
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