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      Grazie. Vuota i catini e dacci dell'altra acqua, ché c'è n'è ancora del sangue da sgrommare. Se ho paura? Domandalo a Filippella. C'è sempre paura. Si possono usare tutte le precauzioni, per esempio, e essere veduti. Stavolta ho avuto paura che una testa fosse allo sportello al momento che cadeva il commendatore. Può darsi, come dici tu, Filippella, che io abbia straveduto.
      Io invece, disse Filippella, se ho paura di qualcuno, ho paura di una testa di carabiniere. Dal berretto doveva essere un graduato. Avrò straveduto anch'io. Ma nel discendere, mentre le ruote del treno cigolavano e strisciavano per il freno poderoso, mi pare di avere visto gli occhi della testa che adocchiassero maravigliati! Ma, fortunatamente, scesero dall'altra parte
      .
      L'importante è che nessuno ci abbia riconosciuti. E di questo, mi pare, siamo sicuri
      .
      Lo spero
      .
      Lo voglio! Lava bene il navello, Angela, dell'acqua bollente. Versacene molta. Te la pagherò, ma non mandarmi in galera per un secchio d'acqua, se ami il tuo Dio! E i calzoni? Al rogo! Una volta consumati dalla fiammata si è più tranquilli. Il sangue degli abiti, anche se vi passate sopra il sapone cento volte, non esce mai abbastanza per il chimico. Non c'è dunque che raccomandarci al fuoco. Dio santo, guardate, ne sono piene anche le calze. Non importa se non avete da cambiarcele. Datemi un po' di tela usata che ci faremo delle pezze per i piedi come i soldati. Bisogna lavarsi i piedi, sai, Filippclla. Tu non ne sei abituato, ma ora ci va della tua vita.


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L'assassinio Notarbartolo o le gesta della mafia
di Paolo Valera
pagine 313

   





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