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      I campieri in un attimo furono in terra. Due di loro presero le briglie delle cavalcature e gli altri, in un batter d'occhio, spiegarono una tovaglia, vi misero in giro tre tovaglioli e tre bicchieri di argento e un vassoio di sandwiches.
      E per voialtri, campieri, che cosa vi siete portati?
      Licata, con una serietà poco adatta alla sua faccia gioconda, rispose per tutti.
      Voscienza non si disturbi per noi. Noi abbiamo del pane, del cacio e del marsala di Florio
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      Cacio! disse il barone mettendosi in bocca un panino ripieno. La mia bocca non può mangiare cacio siciliano. Sente sempre della ricotta dei pastori delle montagne madoniane e del mistrettese. In Sicilia l'industria dei formaggi è quasi sconosciuta e dove è conosciuta è primitiva. Noi avremmo bisogno di scuole tecniche che insegnassero alla nostra popolazione rurale, come si insegna nelle province di Belluno e del Friuli. Immaginatevi che nella patria del latifondo non si fa burro! In nessun angolo delle abitazioni dei contadini vedete mai la zangola dei vecchi contadini delle regioni alpine, del Piemonte e della Lombardia. Al nostro formaggio preferisco lo stracchino di Gorgonzola e il famoso parmigiano delle montuosità reggiane
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      I miei complimenti, barone; in questo momento avete l'aria di un direttore di una grande latteria sociale
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      Vi confesso che anni sono mi è venuto il ticchio di impadronirmi di tutto il latte dell'isola, del latte di vacca, del latte di capra, del latte di pecora, con una specie di sindacato
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      Volevate farne un monopolio?


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L'assassinio Notarbartolo o le gesta della mafia
di Paolo Valera
pagine 313

   





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