Mi sarebbero mancati gli ingenti capitali necessarii e il mio edificio mi sarebbe venuto sulla testa
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Voi avete un debole per la cooperazione, si vede. Io sono più pratico: io sono per il trust, più forte e più razionale. Il trust delle solfare sarebbe una diffusione di prosperità in tutta l'Isola
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Caro barone, mi diceva Notarbartolo, noi navighiamo in piena utopia. Dove possiamo trovare i capitali per riorganizzare una produzione che dà ora 40 milioni di lire all'anno e che col vostro trust ne potrebbe dare più di cento? Voi sapete che al Banco di Napoli io sono combattuto da molti consiglieri, i quali mi chiamerebbero la rovina del Banco se proponessi di concorrervi anche con poche centinaia di migliaia di lire. La vostra idea è bella, è buona, è utile, ma inattuabile. È di quelle che non si sviluppano senza il concorso governativo. E il governo non ci darà mai i trecento milioni che ci abbisognerebbero.
Il Governo! disse con sarcasmo il marchese. Il governo, sapete che cosa sarebbe capace di fare per aiutare il vostro trust? Di caricarvi l'industria con qualche nuova tassa. Lo conosco il nostro governo!
Divido, marchese, il vostro disprezzo per il governo nazionale. Non ha fantasia che per le tasse. L'industria dello zolfo ne è sotto, schiacciata. Ha sullo stomaco la tassa fondiaria, la ricchezza mobile, la tassa di registro e di bollo, la tassa camerale e altre tasse che non ricordo
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Dimenticate, barone, il dazio di esportazione di undici lire la tonnellata! La tonnellata di zolfo ha un valore lordo, alla buca della zolfara, di circa quaranta lire.
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