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      Ah, ho capito. Oggi è la festa degli alberi. Gli alberofili vanno per le zone alberiere a predicarne la protezione e la coltura.
      Avete ragione, marchese. Egli deve essere il professore di un collegio il quale mi ha domandato il permesso di fare un discorso alla sua scolaresca intorno alle poche piante saracinesche che vedrete indubbiamente per la loro immensa mole. Ciascuna di esse occupa una piattaforma da centotrenta a cento cinquanta metri e sta colla punta sul cielo da oltre un secolo. Licata, chiama i cani, falli tornare indietro che potrebbero spaventare gli studenti
      .
      Licata fece dare il segnale della ritirata al trombettiere e tre campieri, a pancia a terra, si misero a inseguirli e a chiamarli per nome.
      Rasso, indietro!
      Vieni Francia, che ti chiama il padrone!
      Permettetemi una domanda, barone. Non siete mai stato sequestrato dai briganti!
      Mai! E neppure il marchese di Cadì, credo, non è vero?
      Neppure
      .
      Ho l'abitudine di andare al mio Casamento col solo Licata. Non siamo mai stati sturbati e non abbiamo mai fatto cattivi incontri. Se ci fossero ancora dei briganti e venissero alla nostra volta, si caverebbero il cappello con degl'inchini profondi. Se il mio ottimo e indimenticabile amico Notarbartolo avesse ascoltato i miei consigli, non sarebbe stato ricattato e a quest'ora non dormirebbe il sonno eterno sottoterra. In un un paese dove la vita non è sicura, mi diceva, un giorno, il prefetto di Palermo, Bardesono, che voi, Luraschi, avrete dovuto conoscere perché è stato qualche anno anche a Milano, non posso biasimare coloro che si mettono sotto la protezione di qualche re del deserto.


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L'assassinio Notarbartolo o le gesta della mafia
di Paolo Valera
pagine 313

   





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