Poi toccò la loro volta. Il barone, ancora commosso, prese le ragazze ad una ad una, sollevandole in alto per baciarle sulle labbra con trasporto.
Basta, signorine, o mi farete dimenticare i miei ospiti
.
Giulia, il marchese di Cadì non ha bisogno di esserti presentato, e il nostro amico Luraschi, un artista della penna...
Barone!
dissi io curvandomi alla signora e baciandole la mano pozzettata ch'essa mi aveva porto.
Siate il benvenuto
, mi disse ella con grazia naturale.
Poi si volse al marchese, le strinse fortemente la mano e lo prese sotto braccio e si avviarono verso l'entrata, mentre i domestici conducevano dall'altra parte, verso il Casamento, i cavalli.
Le fanciulle parevano la fusione del padre e della madre. Belle, di una bellezza sana, coi polpacci delle gambe nella seta color carne che ne rivelavano la vigoria. Le differenze che notavo non distruggevano l'assieme di tre fanciulle dagli occhioni lattiginosi, con le palpebre lunghe, coi folti e biondi capelli leggermente ondeggiati, giù per le spalle, colla tinta del volto accesa, spruzzata di sole. Annetta, la maggiore, si distingueva per i labbruzzi più grossi e più sensuali di quelli delle altre e per la robustezza delle spalle d'una vita slanciata. Nennene era più agile e più alta, colle dita affusolate di una mano modello, e col seno incipiente. Olga, colla sua pozzetta sotto il labbro inferiore, traduceva la bontà infinita. Era gaia, ridanciana, con una negligenza nella veste che le pendeva ora da una spalla e ora dall'altra.
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