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      Le sue mani sono il capolavoro della sua persona. Un'artista vi si perderebbe sopra delle giornate senza stancarsene.
      Stavo per mandare di sopra a vedere se vi eravate sdraiato
      , mi disse il barone venendomi incontro. "Il marchese è nel giardino colla mia Giulia e le mie figlie. È tempo di far colazione. Spero bene che a quest'ora avrete fame."
      Indubbiamente, barone.
      La baronessa venne a tavola in una toilette che lasciava ammirare le linee splendide del corpo senza turbare lo spirito di chi la vedeva. La veste di stoffa nocciuola, fine e molle, le aderiva alle carni e le dava una grazia che elevava in me il gusto per l'acconciatura femminile. Il farsetto dello stesso colore e a grandi risvolti trapuntati, con le maniche brevi e illustrate alle estremità dal pizzo ricco e fluente, ci permetteva di vedere la leggera palpitazione del petto sotto la camicetta color fuoco che la circonfulgeva di un bagliore di brace. Alla sommità del seno bipartito, era la folgorazione di un ferro di cavallo ammucchiato di brillanti minuti.
      Io le stavo di faccia e il marchese le sedeva vicino. Guardando nella limpidezza dei suoi occhioni, vedevo la sognatrice abituata alla contemplazione e alla pace grandiosa della campagna che aveva per sfondo un semicerchio di montagne nella luce azzurra del cielo. Parlava con una certa eleganza senza dare al periodo l'affettazione della saputella. Il barone, dopo averci detto alcune sue impressioni sulla popolazione del continente, riprese il suo ragionamento sulla condizione generale dei contadini siciliani, dicendoci i miglioramenti che egli aveva introdotto nel suo latifondo, rotto ormai in tanti appezzamenti e affittato a mezzadria pura e semplice, vale a dire senza i gravami e le angherie che portano via al coltivatore la parte maggiore del raccolto.


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L'assassinio Notarbartolo o le gesta della mafia
di Paolo Valera
pagine 313

   





Giulia