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      Succede il complotto. Un assassinio tira l'altro, perché la sete di sangue è insaziabile. Si allarga la cerchia del lavoro criminoso, si moltiplicano i complici, e si organizza una potenza occulta, armata di un pugnale, che colpisca al cuore il nemico. Non appena si ebbe sentore della
      Fratellanza" si sentì l'odore del cadavere. Gli uomini e le donne scomparivano senza lasciare traccia del loro passaggio. Le famiglie delle vittime andavano a bussare a tutti gli usci, a cercare per i burroni, a guardare nelle acque e domandavano a tutti notizia senza venire a saperne mai nulla. Passavan dei mesi e la speranza non moriva. Ma poi finivano per abituarsi alla perdita e per portarne il lutto nel cuore. Una vittima seguiva l'altra, senza mai un indizio né di chi scompariva né di chi faceva scomparire. Finalmente, tre anni sono, mi pare, si incominciò a trovare uno scheletro di un uomo in un antro tetro, mangiato e piluccato dai cani o dalle bestie, con le occhiaie vuotate dai becchi adunchi dei volatili di preda, con la compagine stiracchiata da tutte le parti come se i denti di una muta di mastini avesse tentato di decomporlo. Chi aveva messo sulle pedate dello scheletro? La delazione. Un membro della lega sanguinaria, o pentito o scontento o sgomentato del sangue che si versava, ha scritto, alterando la propria calligrafia e rimanendo ignoto. Fu come la chiave di un cimitero. Dopo un cadavere se ne scopriva un altro e poi un altro ancora dilaniato, colla fronte e il naso fatti rientrare nelle cavità a colpi di sassi, o colle mascelle spaccate in due dalla rabbia o colle braccia stroncate o colle gambe piegate in due o mutilate.


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L'assassinio Notarbartolo o le gesta della mafia
di Paolo Valera
pagine 313