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      Non era punto contrario agli eletti ch'egli non conosceva, ma diceva che bisognava usare un po' di moderazione anche coi caduti. La gente che gli stava intorno diceva colle smorfie della bocca che era l'invidia che lo faceva parlare.
      Se Filippella ti avesse messo fra gli invitati, sono sicuro che tu saresti il primo a lisciarti la pancia dalla contentezza
      .
      Sacro dio, ti dico che ho da mangiare a casa mia, ti dico! E dicendoglielo gli voltava il gobbo con un gesto che non sapeva fare che lui quando perdeva la pazienza. Bartolomeo tacque. Il gobbo era cattivo e metteva mano a un coltello che faceva paura anche ai mafiosi che contavano nella vita qualche cadavere. Perché egli tirava a tradimento, quando uno meno se lo aspettava. Una sera aveva disteso il calzolaio, senza neanche dargli tempo di vedere da che parte gli veniva il colpo, per punirlo di avergli spaccato due anni prima il labbro superiore col bastone. Era uno svaccato che nessuno sapeva mai da che parte prendere. Le donne lo guardavano in cagnesco e gli davano il largo quando passava, per non essere pizzicottate alle natiche dalle sue dita che vi lasciavano il segno. Sul suo conto correvano voci di uomo libidinoso. Si giurava ch'egli sdraiava le donne dove le prendeva e che le teneva giù ansanti colle sue mani che parevano tanaglie. Elisa, la moglie del calzolaio, quando si ricordava di sua sorella Natalia, diceva sempre ch'era stato il gobbo a fracassarle il cranio contro la pietra sulla quale era stata trovata morta
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L'assassinio Notarbartolo o le gesta della mafia
di Paolo Valera
pagine 313

   





Filippella Natalia