Pagina (208/313)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Angelina, muovi quel tuo culone e porta l'occorrente per la tavola. Raccomanda alla cuoca di tritare bene il prezzemolo per la salsa piccante che piace al padrone. Egli non ha gusto che per le cose acetate e oliate. Citrioli, funghi, capperi, peperoni. Il suo palato è forte. Non mangia carne senza senape, salsa d'acciughe, pepe di Cajenna e altre droghe che non conosce che lui. Non dimenticatevi delle olive. Le cose paesane sono la sua delizia. Teniamolo da conto perché gli uomini come lui non nascono tutti i giorni. Egli ha più del Cristo che degli uomini. Pensa a tutti senza mai ricordarsi di sé. Il marito della mia gna ha la gabella. A tavola, lascia mangiare gli altri. Assapora, smette e collo stecco infilza una fetta di citriolo o un rapanello o intinge nell'olio pepato un fusto di sedano. Bravo Saladino, così va fatto colle salviette. È un colpo d'occhio. Sembrano tante mitre. Il cucchiaione tenetelo sul tavolo di dietro coi cavatappi e cogli arnesi che devono servire a voialtri. Santo mio, anche i tondini vanno tenuti in riserva fino alle frutta, al formaggio, ai dolci. Ci saranno anche i dolci, sissignori. Sacro Dio, se io dovessi fare il cameriere diventerei uno dei primi. Non ci vuole dello studio. Basta avere mangiato alla tavola del mio padrone per diventare difficili. La posata va a destra, zuccone. Pezzo d'asino, guarda come mette il coltello, colla lama all'infuori. Staresti fresco a servire il padrone, lui che non ci tiene che all'eleganza. A furia di sentirlo sgridare le sue persone di servizio, sono diventato difficile anch'io.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

L'assassinio Notarbartolo o le gesta della mafia
di Paolo Valera
pagine 313

   





Cajenna Cristo Saladino Dio