La cronaca diceva che sia stato lui ad appendere il Giuriati che aveva minacciato di andare dal Questore a raccontare quello che sapeva. Lo si è trovato coi piedi bruciacchiati dal fuoco che gli aveva acceso sotto e colle parti genitali mutilate in un modo orribile. A casa, tutti sapevano ch'era un demonio. Bastava che avesse in corpo un po' di vino per dare sberlotti alle figlie e pugni sulle mammelle alla madre che voleva difenderle. Una volta che una vicina gli è andata in casa a dirgli di smettere di far gridare quelle povere innocenti col bastone, le saltò alla faccia e le morsicò via mezzo orecchio. Il delegato di Misilmeri ne sa qualche cosa.
Onia, Domenico, venite a vedere se non lo conoscete. È lui? È Prefaci Samuele di Giacomo, lungo come una pertica, magro come un uscio, pelato come uno scimmiotto invecchiato. Ohe, vieni avanti. Ecco gli altri che gli tengono dietro. Quello là, col pancione che viene avanti come un'oca, col berretto in mano, è Faddetto Giovanni di Giuseppe. Ci scommetterei la testa di Domenico. E quell'altro che gli sta vicino, non è Licata Rosolino, un trovatello che mi fa compassione tutte le volte che mi trovo con lui? Che cosa volete, mio padre e mia madre mi hanno lasciato quello che ho adesso sul palmo della mano. Ma quando un figliuolo ha qualcuno che pensi a lui non si sente più solo al mondo. Dove ci sono i genitori, c'è sempre un tozzo di pane. Dovrebbero essere condannati a morte i genitori che abbandonano e buttano via le viscere delle loro viscere, come si buttan via gli stracci della casa.
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