Le donne dei tempi di Caligola e di Nerone sono ancora le nostre femmine. Femmine dissolute, malmaritate, volgari creature, il cui ideale è la suprema degradazione. Gli uomini? Tali e quali. Viziosi, libertini, concupiscenti. La culla d'allora è la culla d'oggi. Si nasce nella batista e si nasce nei cenci. La prima ci dà la vita suntuosa del palazzo, la seconda quella grama del tugurio. Di vero non c'è che la teoria darwiniana. Chi è più forte schiaccia i desiderii del più debole e trionfa per tutta la vita.
Le idee gli formicolavano. Egli voleva come dimenticare di essere nel vomitorio, con delle persone che non avevano forse mai sentito il bisogno della tovaglia e che non sapevano indubbiamente distinguere il gusto di una trota alla borghese dalla aringa di due centesimi. Era stufo di tutte quelle facce. Se avesse potuto disfarsene non avrebbe aspettato un minuto. Ma non poteva. La sua condanna era terribile. Egli doveva aspettare che morissero.
Bravo Filippella, hai fatto bene a portarmi il caffè. Mi immagino che sarà buono
.
L'ho fatto io, onorevole!
Fontana, non ti avevo veduto, come stai?
Sto bene, grazie, onorevole. Mi parevi preoccupato
.
Tu sai che sono un po' poeta. In un minuto sono passato attraverso una folata d'idee che Filippella mi ha fatto scappar via come uno sciame di uccelli disturbati dalla caduta di un sasso
.
Gli invitati erano istupiditi.
Licata prendeva lo zucchero dalla zuccheriera e lo metteva fuori del piattello, e lo beveva amaro senz'accorgesene. Prestagiacomo se lo versava metà sulla camicia e rutteggiava.
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