La cupidigia bieca che si distendeva dalla fronte al mento di Onia quando egli ascoltava il commensale che continuava la conversazione slegata e monosillabica, è irriproducibile. Non ci sarebbe che l'apparecchio fotografico che saprebbe rattenere certe contratture che sono la rivelazione dell'anima malvagia al lavoro. La disuguaglianza degli occhi di Cerrito vi va per la schiena come un brivido e la disuguaglianza delle orecchie di Giangreco vi porta il pensiero in un museo antropologico.
L'onorevole, mi ha lasciato perplesso. Vestito bene, coll'aria di un decadente dell'arte che vive di sensazioni infocate, sedeva capo tavola di una ciurmaglia ributtante che avrebbe vuotato lo stomaco di un uomo abituato all'ambiente degli sbevazzoni e dei peteggiatori. O egli ha il gusto depravato degli uomini che hanno bisogno di emozionarsi con le pitture sbracate e fosche, o egli è internamente una miscela di ribalderia e di sudiciume. I suoi occhiali d'oro sulle folte sopracciglia m'impedirono di andare in fondo ai suoi occhi, cioè in fondo all'anima, e ritornare a galla coi miei pensieri.
Tiraboschi non ha più dubbi. La sua inchiesta è quasi terminata e l'onorevole nuota in ogni pagina nel sangue dei suoi delitti. Egli sarà arrestato fra non molto. Me lo diceva sere sono al Casino Bologni, dove l'onorevole chiacchierava in mezzo a una ventina di soci altolocati che approvavano coi sorrisi e colla testa il suo "lavoro parlamentare."
Io insistevo, e insisto ancora, nel volerlo mettere tra gli uomini forti, o di stomaco, come si dice in Sicilia, col fegato sano di fare l'assessore e il deputato e inviare al brigante Leone le leccornie della propria mensa e i vini prelibati della sua cantina ricca e di ricevere alla Posta Vecchia, al palazzo municipale, il Valvo, uno dei banditi più crudeli di quest'ultimi anni.
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