E non sono che le due! Le voglio bene, sempre bene, forse più bene, ma la sua lettera, ohimè! mi porta via dell'altra speranza di indurla a diventar mia. Ella, forse a sua insaputa, continua a inocularsi delle dosi abbondanti di filosofia che le vende Grant Allen, un romanziere che idealizza troppo la vita a due. La sua teoria della famiglia libera in relazione ai sessi ha in sé della poesia che conquista dei lettori, ma la lotta per raggiungere questo focolare ideale è troppo lunga e troppa aspra. È una teoria che sarà superata per le generazioni che verranno, se avranno più benessere e se saranno più buone di noi; ma non per noi che viviamo sotto leggi differenti, che siamo stati allevati con altre idee e che abbiamo costumi assolutamente contrarii a quelli del faux ménage a periodi di questo sognatore fabiano. Che cosa vuole Grant Allen? La donna sgiogata, indipendente dal monopolio del maschio, che considera la moglie una proprietà individuale. La donna che si dà questa missione in un ambiente contrario arriva, se si arriva, alla méta, stanca, affranta, incapace di regolare il grido della vittoria. La monogamia è un male crudele contro l'amore, lo so, ma siamo abituati a questa ipocrisia e bisogna rassegnarsi, o Laura. Rassegnati, e diventa mia. Ma non mia, come dici tu nella tua lettera, perché in allora il dubbio di perderti ogni mattina che io ti possa venire a noia mi distruggerebbe tutta la gioia di averti fra le mie braccia. Rileggiamola: "Caro Luraschi." È poco, per uno che ti adora.
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