La ossequio.
Suo Palizzolo".
Che cosa ha voluto dire col sono ancora in vita? Che qualcuno lo minacciava di morte? E il questore, chi è questo questore? Il Tiraboschi non ha voluto dirmene il nome, ma mi ha fatto vedere la nota che lo ha contentato. Bravo, hai fatto bene. Ti ha detto che il governo non ha nulla a temere, e allora tu, o questore, non avevi altro da fare che da compiacerlo. Ah, mio caro marchese di Cadì, voi sì che avevate ragione di dirmi che la polizia è marcia fino al midollo, mafiosa più dei mafiosi. La sua moralità non è più alta di quella dei criminali. Il Palizzolo è cucinato in tutti i rapporti come un mafioso in guanti gialli, capace a delinquere, ed è in parecchi rapporti supposto il mandante di due omicidii, e tu, questore, che hai letto tutto questo, ricevi le sue lettere, gli fai dei favori, e forse forse vai o sei stato a pranzo assieme! Adesso si spiega come il Di Blasio possa avere scarcerato i Baroni senza farlo sapere al questore e come le calze e l'asciugamano maculati del sangue di un uomo onesto possano essere stati restituiti e siano ora divenuti irreperibili.
Cinque Settembre. Preferisco ritornare ai plagi che inzaccherarmi a parlare di alti funzionari che discendono tanto in basso.
I plagi non increspano il sangue.
Il plagio che sto per raccontare è stato consumato nel gennaio 1893, e cioè un mese prima dell'assassinio lungo la linea ferroviaria fra Termini e Altavilla. È un plagio che differisce assai dagli altri che ho narrati, e che ha rapporto colle mie supposizioni che gli assassini di Notarbartolo abbiano letto Zola.
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