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      I primi l'hanno paragonata a una madre scellerata che abbandona i figli al carnefice senza neppure le smanie dello strazio. I secondi si sono congratulati, dicendo che essa ha dovuto piegarsi alla volontà nazionale che lo voleva sul banco degli accusati.
      La votazione sulla discussione immediata non è stata così unanime come si è detto. In fondo all'urna si sono trovate diciotto palle nere su una presenza di duecento quarantotto deputati. Io sono nemico delle votazioni segrete. E perché mai i rappresentanti della nazione non devono lasciar sapere agli elettori come discutono e come votano? Sono o non sono i servitori volontari del pubblico? E se lo sono, quand'è che i servitori hanno dei segreti per i padroni? Quando sono dei traditori, non è vero? Credete voi che se la votazione fosse avvenuta per appello nominale, i diciotto deputati mafiosi avrebbero avuto il coraggio di dichiararsi contrari?
      La notizia è giunta a Palermo un po' dopo la votazione e cioè verso le sei e mezzo della sera dell'otto di questo mese. I dintorni del palazzo di Villarosa erano spiati da una quarantina di agenti di P. S., nascosti qua e là per i quattro angoli di Campagna e nei locali dello Sporting Club, situato nella parte superiore di casa Palizzolo. Il questore Sangiorgi era sul luogo, dietro i vetri di una finestra, che assisteva all'avvenimento come un generale che movimenta la truppa al fuoco. Mi è stato detto che i fratelli e le sorelle del Palizzolo non seppero del mandato d'arresto che all'entrata dei rappresentanti della legge.


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L'assassinio Notarbartolo o le gesta della mafia
di Paolo Valera
pagine 313

   





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