Non vedete che ci sono dei giornali, sia pure come si dice palizzoliani, che illustrano Palizzolo, che elevano Palizzolo, che proclamano Palizzolo come il martire di un partito rabbioso e spietato?
Se non avessi imparato a conoscervi intimamente incomincerei a dubitare di voi. Voi che conoscete quasi tutti i processi del mondo, voi, dite, quante volte avete veduto la morbosità cittadina tramutare il delinquente più spaventevole in un essere interessante, in un essere compianto, in una vittima del maleficio dei nemici. Mi avete parlato della Gabrielle Bompard, non è vero? Prima e dopo la condanna, questa orribile creatura della depravazione e del delitto non è stata l'eroina di una folla che la seguiva, che la salutava togliendosi il cappello, che le mandava dei fiori a profusione, che le dava modo di cambiare toilette, a ogni seduta - che la fotografava in tutte le pose della giornata e che l'ha considerata anche dopo lo scioglimento del dramma una ragazza che sarebbe stata onesta senza l'incontro d'un libertino come Eyraud? Me lo avete detto voi: non ci sono stati individui che sono andati al New Scotland Yard - la sede della polizia Londinese - a frotte a domandare l'onore di essere creduti Giovanni lo Squartatore? Questo sentimento malsano non può essere nostro. Noi abbiamo fatto il nostro dovere. Noi abbiamo raccolto il materiale senza pensare ai nomi o agli individui. Il nostro ideale era più alto: noi non pensammo che a essere esatti. E di questo non possiamo lamentarci.
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