Strana fatalità!
, egli disse, "Emanuele Notarbartolo la cui vita fu tutta un alto e nobile esempio di rettitudine, anche ora ha la virtù di richiamarci ed unirci in un'alta affermazione morale, in un salutare risveglio della onesta coscienza dei suoi conterranei.
Da gran tempo la Sicilia sarebbe liberata dalla mafia, da quelle perniciose e criminose influenze che ne avvelenano ed inquinano l'esistenza, se tutti avessero seguito l'esempio di Notarbartolo. Egli non sapeva, non poteva transigere con ciò che alla sua coscienza appariva non retto e non onesto. La debolezza e la tolleranza verso i malvagi alimenta e rende possibili le loro male gesta e rende quindi impossibile il risanamento della vita sociale.
Emanuele Notarbartolo cadde martire della sua rettitudine ed onestà. Sia onore a lui! Ma il sacrificio per quanto doloroso, della sua esistenza fece, come il sangue dei primi martiri cristiani, risvegliare durevolmente le energie nelle nostre coscienze.
Il suo spirito è oggi con noi; egli si unisce a noi nel chiedere che le pubbliche autorità facciano il loro dovere e non transitino coi tristi mai, per nessun motivo. L'alto significato solenne della dimostrazione odierna, alla quale si è associata tutta la Sicilia, non può, non deve ad alcuno sfuggire. Sia dessa interpretata quale espressione della ferma e decisa volontà della Sicilia di essere liberata da malvagie influenze; di esigere che la si rispetti, restaurando l'imperio della giustizia senza riguardi ad alcuno".
Due ore dopo.
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