Pagina (6/125)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Gli obici russi non raggiungevano la flotta del Mikado. Tutto periva. La corazzata più portentosa dello Czar venne fatta saltare da una mina con tutto l'equipaggio, compreso l'ammiraglio. Non aspettatevi lagrime dall'imperatore Nicola. Egli aveva tutte le notizie del disfacimento russo. Vedendo Radjensky che andava da lui ad aggravargli la sventura, lo prese per la mano e lo trascinò fino al finestrone con fare tranquillo. Guardate, disse, che bel tempo!
      In Nicola II viveva l'anima feroce di Nicola I - lo Czar che durante il suo regno, dal 1825 al 1854, aveva mandato in Siberia due milioni di sospetti. Coloro che piangono la morte di uno Czar carnefice come Nicola II sono suppliziatori di moltitudini. Una lagrima versata per lui è un delitto. Egli era duro e spietato come i suoi "nobili" cosacchi - gli autori di tutte le stragi di piazza, di tutti gli sterminî di studenti, di tutte le carneficine di ebrei, di tutti gli abbattimenti umani.
      Francesco Giuseppe era un sant'uomo in suo confronto. L'austriaco non aveva saputo spargere tanto sangue come il monarca russo. Egli che aveva piantate croci in tutta l'Ungheria per finirla con la repubblica di Kossuth, è stato superato nell'efferatezza dal mostro moscovita. Quale canaglia feroce negli splendori imperiali!
      Nicola ha meritato più che la morte. Egli è andato sul trono seguito dalle speranze di circa 140.000.000 di persone. Tutti speravano in un'êra di respirazione. In una libertà giornalistica europea. In una giustizia meno cosacca.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

La catastrofe degli czars
di Paolo Valera
Libreria Editrice Avanti Milano
1919 pagine 125

   





Mikado Czar Nicola Radjensky Nicola II Nicola I Czar Siberia Czar Nicola II Giuseppe Ungheria Kossuth