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      I suoi delitti erano leggendarii. Bastava l'ultima sua concezione legislativa per consegnarlo al boia. Un tribunale rivoluzionario non avrebbe aggiunto nulla. Il suo atroce misfatto era nell'ultima seduta di Zarkoie-Selo. Narriamo e giudicate.
      Prima che scoppiasse la grande rivoluzione di mutamento sociale, Protopopof che si credeva poliziescamente al sicuro, malgrado il fermento nelle fabbriche e nelle officine, ideava un attentato contro la terza Duma, come lo Czar lo aveva ideato contro la seconda, quando la ridusse a una maggioranza reazionaria sostenitrice di autocrazia. Per lui bisognava andare avanti e mettere sul lastrico i sessanta cadetti, i 25 travaglisti e i 17 sociali-democratici che non facevano, al Palazzo Tauride, che dell'ostruzionismo. Ma non è stato a tempo a sciogliere la Duma. Avrebbe avuto bisogno di qualche settimana e la rivoluzione non gli ha dato che qualche giorno. Come poliziotto e capo di tutte le polizie segrete e monturate ha saputo inferocire lo Czar. I decimatori di popolo sedettero a Consiglio a Zarkoie-Selo. Presenti: Nicola, il principe Galitzine, Vaichy, comandante del palazzo, Nilof, Protopopof e alcuni altri del gabinetto alla Duma. Lo Czar inclinava a fare concessioni misurate dalla grettezza alla Duma. E ne diceva la ragione. Dopo tutto non dava molto. Si contentava di darle un po' di quella libertà ch'egli stesso aveva proclamato il 17 ottobre 1905, quando i selciati e gli acciottolati erano ancora sfatti e chiazzati del sangue rivoluzionario.


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La catastrofe degli czars
di Paolo Valera
Libreria Editrice Avanti Milano
1919 pagine 125

   





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