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      Durante il servizio il soldato poteva svestire la divisa e indossare l'abito civile, salvo quello in zona di guerra o in zona di operazione. Per quest'ultimo l'abito civile era sottomesso all'autorizzazione del comandante. Il ministro aveva però proibito di vestirsi un po' da militare e un po' in civile. Non voleva più anfibii - un po' domestici e un po' soldati. Con lui il soldato non poteva più andare in giro a fare le compere per il suo ufficiale. Kerenski aveva svecchiato il regolamento czarista, ma non aveva rivoluzionato nè l'esercito nè la marina. Il prikase per la guardia rossa era molta differente. È andato in vigore con l'energia degli uomini nuovi. Il colonnello Mourovief lo ha iniziato con queste parole: "Nel còmpito di restituire immediatamente l'ordine a Pietrogrado e nei dintorni, ingiungo di eseguire senza restrizioni gli ordini seguenti:
      Incarico i soldati, i marinai e la guardia rossa e tutto il proletariato rivoluzionario di mantenere l'ordine all'interno
      .
      Agli stessi uomini ordinava di servirsi della loro forza contro i rappresentanti degli elementi criminali contro la vita, la sicurezza e la proprietà dei cittadini. Le perquisizioni non potevano essere fatte senza la presenza di un rappresentante del Comitato rivoluzionario o di un rappresentante della casa abitata o di un soldato della guardia rossa. Puniva con i rigori della legge tutti coloro che si sarebbero permesso di perquisire o sequestrare in appartamenti occupati dai rappresentanti delle potenze estere.


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La catastrofe degli czars
di Paolo Valera
Libreria Editrice Avanti Milano
1919 pagine 125

   





Mourovief Pietrogrado Comitato