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      L'antico regime deve morire. Bisogna capirla una volta per tutte. (Uragani d'applausi). Io constato che i soldati sono con me (grida dei socialisti di sinistra). Voi fate della demagogia! Circo moderno! Mi si grida. Circo moderno! Ora io affermo che ripeterei le mie parole davanti ai soldati. Io non ho due maniere di parlare.
      Lenine dice che la guerra civile non è ancora terminata. Noi bolscevichi, abbiamo sempre detto che giunti al potere avremmo soppresso tutti i giornali borghesi. Tollerare i giornali borghesi significa cessare di essere socialisti. Quando si fa la rivoluzione non si può tenere il piede in due scarpe. O rinculare o andare avanti. Colui che parla di libertà di stampa torna indietro e arresta il treno che corre a tutto vapore verso il socialismo. Noi abbiamo scosso il giogo della borghesia come la prima rivoluzione ha scosso il giogo dello czarismo. Se la prima rivoluzione aveva il diritto di eliminare i giornali czaristi, noi abbiamo il diritto di eliminare i giornali borghesi. Non è possibile separare la questione della libertà della stampa dalle altre questioni della lotta di classe. Noi abbiamo promesso di eliminare questi giornali e noi lo faremo. L'immensa maggioranza del popolo è con noi. Lavoratori, rompetela con l'antica libertà della stampa. È un'arma per Kaledine.
      Lenine, dal giorno dell'ascensione dei bolscevichi era dappertutto e in ogni luogo. Lo si sentiva, lo si discuteva, lo si esaltava, lo si demoliva, lo si sconciava. Uno dei suoi sconciatori fu Bourtzef, il vecchio smascheratore di spie czariste nei panni dei rivoluzionari.


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La catastrofe degli czars
di Paolo Valera
Libreria Editrice Avanti Milano
1919 pagine 125

   





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