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      La moglie spiava il marito e il marito la moglie. Il maggiordomo era una spia. Il grande personaggio di palazzo una spia. Non c'era tregua allo spionaggio. Rasputin era una spia. Che nazione, la nazione degli Czars! Meglio la corda del boia.
      Adesso la gente russa, pur essendo entrata nell'ambiente della purificazione, si sente un po' poliziotta, un po' spia. È la persecuzione della tradizione. Non ci si lava dell'antico regime in pochi minuti. Ci sono lazzaroni che denunciano il "dittatore" come una spia. Vogliono che sia anche lui uno spione. È una malattia che bisogna guarire coi contravveleni.
      Nessuno degli studenti dell'Europa occidentale ha subìto le persecuzioni degli studenti russi. Bastonati, frustati, mandati nelle galere o appesi alla corda del carnefice. Il ministro Schipjaghin - l'autore della bastonatura di Kiew - è stato giustiziato dallo studente Balmaschef.
      L'entrata in Russia di Trotski in un vagone piombato della Germania, ha fatto rimettere in circolazione tutta la bava poliziesca. Chiunque, in quel tempo, non poteva andare in Russia che in vagone piombato. Era una protezione per i non combattenti. Il trattato di Brest-Litowsk ha inviperito tutti i signori della guerra ad ogni costo. Vedono in Trotski una vigliaccheria. Egli si sarebbe venduto al tedesco. Invece non fu che lo sviluppo e il soggetto della teoria leniniana. La cessazione della guerra e la fraternizzazione militare. Calunnie! Calunnie! Non si diventa criminali senza portare in se un quintale di delinquenza.


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La catastrofe degli czars
di Paolo Valera
Libreria Editrice Avanti Milano
1919 pagine 125

   





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