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      Gli tennero dietro i granduchi che non erano riusciti a salvarsi con la fuga, i granduchi sbevazzoni, ubbriaconi, bagascioni che consumavano le notti nelle sale appartate dei grandi restaurants per le orge pių bestiali. Rompevano specchi, gualcivano cortigiane, spargevano sui tavoli e sul pavimento tanto champagne da mantenere un esercito di affamati. Nella sala dei granduchi del pių grande ristorante di Pietrogrado vuotavano, nelle grandi nottate, le scarpine delle mantenute piene di punch. Essi hanno cessato di vivere. Lo scandalo di tanti sporcaccioni dal sangue imperiale č cessato. I figuranti intorno all'imperatore rasputiano, erano una cloaca di vomiti e di sudicerie.
      L'avvenimento che tutta la dinastia fosse sepolta ha fatto nascere il sottovoce dei nemici della repubblica bolscevica che Lenine e Trotski non avessero che poche ore da vivere. Ma loro non si sono spaventati. Non hanno trattenuta la giustizia. L'hanno lasciata continuare. Sia fatta giustizia e perisca il mondo.
      I delinquenti massimi dell'impero non erano ancora stati mietuti. Erano i responsabili della demenza dinastica. Mancavano l'ex-ministro dell'interno Koastoff, l'ex-ministro di giustizia Chiglovitoff, il turpe e crudele Biletzki, ex-direttore della polizia, l'ultimo serpente boa della giustizia czaresca, Protopopof, l'uomo dai bagni di sangue e l'iniquo e balordo Malakof, ultimo consigliere del sovrano. Finalmente il Collegio della Commissione straordinaria li ha trovati colpevoli e li ha passati al plotone della fucilazione senza indugio.


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La catastrofe degli czars
di Paolo Valera
Libreria Editrice Avanti Milano
1919 pagine 125

   





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