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      Essi hanno tenuto dietro al loro monarca. Dopo loro, la Kaplan, quella turpe femmina che con due palle aveva mercenariamente tentato di abbattere il dorsale della rivoluzione. Carlotta Corday ha sprofondato il pugnale nell'Amico del Popolo per un rigurgito di odio, la Kaplan, no. Ella ha tentato alla vita del rovesciatore del regime capitalista per una passione monetaria o per una libidine di cadaverizzare l'odiatore delle borghesie.
      Č stata una fucilazione parca. In nessun paese i malviventi passati per le armi sarebbero stati salvi. Anzi in nessun paese avrebbero vissuto tanto. Essi erano l'incarnazione della bassezza e della perfidia. Corrotti, depravati, venali, cinici, sanguinari. Nessun maestro di satira caricaturale riuscirā mai a riprodurre nelle figure la loro degenerazione e la loro voluttā acre di abbattere gli eserciti del lavoro.
      Nella operazione di sbatterli fuori della vita collettiva non ci fu nessuna brutalitā. Non una parola oltraggiosa nč un gesto sdegnoso. Morirono tutti senza paura. Senza apparato. I Girondini subirono l'inseguimento della folla. L'esecuzione degli uni e degli altri fu diversa in tutto. I fucilati morirono in una bella giornata di sole. I ghigliottinati sotto una pioggia torrenziale. I fucilati in un ambiente borghese e tranquillo. I girondini perdettero la testa su di una piazza piena di spettatori che applaudivano il carnefice e gridavano: ā bas les traîtres!
      Un meraviglioso cooperatore di Lenine e di Trotski č indubbiamente Zinovief, presidente del Soviet di Pietrogrado.


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La catastrofe degli czars
di Paolo Valera
Libreria Editrice Avanti Milano
1919 pagine 125

   





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