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      Egli fu di una attività straordinaria. Sulla Pravda egli ha dato una notizia importante per gli studiosi: "La riluttanza proletaria ad occupare la proprietà della borghesia". Essi, gente di stamberga, si sentivano vergognosi di accasarsi nei grandiosi appartamenti dei ricchi dell'antico regime. Vi entravano e vi rimanevano alla soglia abbagliati, increduli a se stessi. Così i villani abituati alla schiavitù, resistevano. Avevano paura di impossessarsi dei fondi ubertosi degli antichi padroni. Zinovief ha dovuto incoraggiarli, spronarli, spingerli nel nuovo benessere. Avanti, per dio, è tutta roba vostra. Al lavoro, producete! Zinovief mutava nomi, trasformava gli ambienti, cancellava ogni giorno dalla capitale dei Romanov, nomi odiosi e classificazioni di edifici frequentati dalla geldra passata. L'Hôtel Astaria (albergo di gran lusso), centro delle spie del vecchio regime, è divenuto "la Prima Casa dei Soviets di Pietrogrado".
      Zinovief è un entusiasta delle idee di Lenine e di Trotski. In una conferenza a Berna ha detto che Lenine "è il più grande rivoluzionario del mondo e il Montebianco dell'internazionalismo". Egli ha partecipato con i due regolatori della vita bolscevica alla rivoluzione soffocata nel sangue a Mosca nel 1905. È stato con loro in Austria, in Ungheria e in Polonia. Prima che scoppiasse la guerra egli studiava economia politica all'Università bernese. Ammogliato con una donna che ha i suoi stessi ideali. La stella di Lenine si alzava e con Lenine qualche altro.


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La catastrofe degli czars
di Paolo Valera
Libreria Editrice Avanti Milano
1919 pagine 125

   





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