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      Egli non ha mai dato prova che di essere un "brillante ufficiale" di sella. Fu un Moltke di parata. In Manciuria ha sostituito quel ladrone vigliacco di Kouropatkine - la pių grande nullitā ciarlatanesca e catastrofica che abbia occupato il posto di ministro della guerra. L'elogio dei vili l'aveva fatto credere un grande stratega. Il suo famoso piano contro i giapponesi era di ritirarsi in buon ordine. La ritirata č avvenuta, ma con un indiavolato disordine.
      Il granduca Nicola nella guerra non era che uomo di parata e senza influenza. Nel giorno della grande catastrofe non lo si č veduto. Chi troneggiava al grande quartiere generale (La Stavka) era il generalissimo Alexeief. Lo Czar, al momento dell'abdicazione, non si č ricordato di lui. Egli ha rinunciato al trono in favore del granduca Michele Alessandrovitc. Si č fucilato il generale Rouszki come traditore o come ammazzatore di soldati, presente all'episodio dell'abdicazione. Si č fucilato il generale Soukomlinof, il cui tradimento č stato causa della disfatta russa imperiale. Ma venti sentinelle russe non hanno voluto che si fucilasse nč PietroPaolo, nč la regina madre, perchč o senza importanza o nemici dello Czar prima e dopo la detronizzazione. Nicola era un elegante e brillante cavalleggiero, con il petto cosparso di sei medaglie e sei grandi croci, guadagnate non si č mai saputo su quale campo di battaglia, e non altro. Egli fu un'alta personalitā per la parentela. Null'altro. Un esibizionista di bellezza fisica.


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La catastrofe degli czars
di Paolo Valera
Libreria Editrice Avanti Milano
1919 pagine 125

   





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