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      Non mancavano nemmeno proiettili. L'urto decisivo avvenne nello stesso giorno fra Krasnoie-Selo e Zarkoie-Selo. Dopo accanita lotta di artiglieria i cosacchi che andarono avanti finchè non trovarono ostacoli, retrocedettero a corsa. In tutto quel tempo erano stati ingannati con racconti menzogneri intorno alle brutalità e alle crudeltà dei bolscevichi che volevano consegnare la Russia all'imperatore di Germania! Si era loro dato ad intendere che quasi tutta la guarnigione di Pietrogrado aspettasse con impazienza i cosacchi come liberatori. La prima seria resistenza portò lo scompiglio nelle loro file e condannò al fallimento l'impresa di Kerenski.
      La ritirata dei cosacchi di Krasnof ci diede la possibilità d'impadronirci della stazione radiotelegrafica di Zarkoie-Selo. Immediatamente, demmo un radiotelegramma intorno alla nostra vittoria sulle truppe di Kerenski.
      I nostri amici dell'estero ci dissero che la stazione radiotelegrafica tedesca non aveva accolto, per ordine superiore, quel nostro radiotelegramma.
      La prima reazione del Governo germanico, agli eventi di ottobre, si manifestò con la paura che questi eventi potessero provocare fermento anche in Germania. Nell'Austria-Ungheria fu accolta una parte del nostro radiotelegramma, e, a quanto sappiamo, esso servì per tutta l'Europa come fonte di informazione che lo sventurato tentativo di Kerenski, di impadronirsi nuovamente del potere, aveva avuto una misera fine. Fra i cosacchi di Krasnof principiò il fermento. Essi cominciarono a mandare pattuglie a Pietrogrado e persino delegazioni alla Smolni.


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La catastrofe degli czars
di Paolo Valera
Libreria Editrice Avanti Milano
1919 pagine 125

   





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