A Milano la carneficina pubblica. A Torino il lavoro poliziesco sott'acqua, compiuto con la stessa ferocia. A Milano i croati, ve ne ricordate? La sommossa si č concentrata con gli affiliati di Porta Tosa in San Pietro in Gessate; č stata sommersa nel sangue. Gli austriaci hanno compiuto le solite stragi. Hanno ammazzato, bastonato, sciabolato, inseguito, atterrato, fatto tutto il lavoro degli assassini. Hanno innalzato le forche. Per tre giorni di seguito i carnefici hanno continuato ad appendere. Nel primo giorno ne hanno impiccati pių di venti. Scannini, Taddei, Bigatti, Broggini, Faccioli, Canevari, Monti, Saporiti, Galimberti, Bissi, Calla e, via via. Hanno condannato pių di sessanta persone ai lavori forzati coi ferri o all'arresto in fortezza coi ferri. Ebbene, mentre il moto di tanti generosi finiva in un dolore che non ha nome, tanto supera l'immaginazione, sapete che cosa hanno fatto i nostri facitori dell'Italia, commemorati e marmorizzati nella gloria ufficiale? Hanno dato ragione all'Austria. Nel loro organo ufficiale l'"Opinione", gli impiccati nelle tristi giornate sono divenuti "ribaldi e barabba". E i signori Cavour di Torino disuggellavano le lettere di tutti gli emigrati, aumentavano le spie intorno ai sospetti, mettevano in prigione tutti quelli additati dalle polizie dei tirannelli che occupavano l'Italia e mandavano al confine tutti gli altri che vi si erario salvati scappando dall'Austria, dal Papa, dal Borbone e da qualche ducato. Fra le vittime delle razzie del Governo sardo cito, indovinate?
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Il cinquantenario
Note per la ricostruzione della vita pubblica italiana
di Paolo Valera
Casa Editrice Sociale Milano 1945
pagine 97 |
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