Che ipocriti i brecciaiuoli!
Leggiamo l'ipocrisia epistolare
Beatissimo Padre!
Con affetto di figlio, con fede di cattolico, con animo d'Italiano, m'indirizzo ancora, come ebbi a fare altre volte, al cuore di Vostra Santità.
Un turbine di pericoli minaccia l'Europa; giovandosi della guerra che desola il centro del continente, il partito della rivoluzione cosmopolita cresce di baldanza e di audacia, e prepara, specialmente in Italia e nelle provincie governate da Vostra Santità, le ultime offese alla monarchia ed al papato. So che la grandezza dell'animo vostro non sarebbe mai minore della grandezza degli avvenimenti; ma essendo io re cattolico e re italiano, e come tale custode garante per disposizione della Provvidenza e per volontà nazionale dei destini di tutti gli italiani, sento il dovere di prendere in faccia all'Europa ed alla cattolicità la responsabilità di mantenere l'ordine nella penisola e la sicurezza della Santa Sede.
Ora, Beatissimo Padre, le condizioni d'animo delle popolazioni romane, e la presenza fra loro di truppe straniere venute con diversi intendimenti da luoghi diversi, sono fornite di agitazioni e di pericoli evidenti. In caso di effervescenza, le passioni possono condurre alle violenze ed alla effusione di un sangue che è mio. Il vostro dovere è di evitare ciò, di impedirlo.
Veggo l'indeclinabile necessità per la sicurezza dell'Italia e della Santa Sede, che le mie truppe, già poste a guardia del confine, inoltrinsi per occupare le posizioni indispensabili, per la sicurezza di Vostra Santità e pel mantenimento dell'ordine.
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Il cinquantenario
Note per la ricostruzione della vita pubblica italiana
di Paolo Valera
Casa Editrice Sociale Milano 1945
pagine 97 |
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