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      Egli ha pagine splendide. I suoi compagni non lo conoscono. Egli č stato pedinato, arrestato, processato, imprigionato. I suoi giornali hanno subėto tanti sequestri come noi non abbiamo idea. Nell'affare Barsanti egli č stato il primo ad agitarsi, a protestare, a ingiuriare, a domandare l'obolo cittadino per farlo cooperare alla protesta. Č lui che ha fatto costruire un ricordo marmoreo al povero Barsanti nel cimitero di Lodi, dove il Bignami aveva la sua officina cerebrale. Il padre di Barsanti gliene ha dato il permesso.
     
      Pregiatissimo Signore.
      Sono grato della colletta fatta dal giornale la Plebe di Lodi, ed acconsento che con la somma raccolta sia dedicato un sasso sepolcrale alla memoria del mio diletto figlio, in codesto cimitero.
      VINCENZO BARSANTI".
     
      Fra i dieci accusati del moto di Pavia otto erano latitanti. Il pių alto di grado era il furiere Carusi, il quale si era impadronito anche, dei fondi della compagnia per il complotto. Il sergente Luigi Cecchini, un ex studente d'anni 27, ha scaricato un colpo di revolver sul tenente Vegezzi, che comandava il picchetto. Lo ha ferito al collo. Il Barsanti e il Carnevali si sono presentati nella stessa mattina dell'avvenimento alla caserma di San Francesco davanti al quartiere del Lino, per incitare i soldati a defezionare e a lasciarsi comandare dal sergente Giuseppe Carnevali, d'anni 30. Di pių il Barsanti aveva chiuso in una camerata o in una stanza i due sergenti del quartiere, per impedire loro di mettersi alla testa dei loro plotoni.


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Il cinquantenario
Note per la ricostruzione della vita pubblica italiana
di Paolo Valera
Casa Editrice Sociale Milano
1945 pagine 97

   





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