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      Esso era stato considerato un insultatore. Molte persone in piazza Castello, sotto le finestre del ministero dell'interno. La scena era incominciata alle sette e mezzo di sera. Si gridava: Abbasso il ministero, Roma o Torino. La dimostrazione è finita senza gravi incidenti. All'indomani, 21 settembre, in piazza San Carlo, dove erano la questura e gli uffici della Gazzetta di Torino, la folla era ansante. Rumoreggiava. Il questore di quei giorni era il tipo dei nostri questori. Decideva di "disperderla colla forza".
      Dò la parola all'inchiesta parlamentare. È prosa molle. Non c'è in essa lievito insurrezionale. Ascoltate. "Sortivano gli ispettori della questura nel punto in cui il questore, armeggiando con una semplice canna, teneva lontani i suoi assalitori. Le guardie a passi affrettati, traendo le armi nella corsa e nell'uscire dalla questura, si approssimavano agli assembrati e giunti vicini a coloro che tenevano le bandiere, uno degli ispettori comandava loro di toglierle e di arrestare coloro che le portavano. Senz'altro indugio (udite! udite!), senz'altra intimazione, le prime guardie si gettavano addosso con violenza alle persone indicate, e caricavano (come ai nostri tempi) con precipitazione l'intiero assembramento. Fu a quell'atto, secondo altri testimoni, che furono sguainate le daghe. È nata una lotta spaventosa.. Che lotta! una violenza sanguinosa. Il popolo aggredito non ha tirato che qualche miserabile sassata. La pietra ha aumentato l'ira dei questurini in accanimento.


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Il cinquantenario
Note per la ricostruzione della vita pubblica italiana
di Paolo Valera
Casa Editrice Sociale Milano
1945 pagine 97

   





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