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      L'odiatore della Comune e dei comunardi non ha mai sospettato di girare col consenso prefettizio. Egli partì per Palermo solo. Non lo sapeva che il Wolff. Non gli si è dato tempo di discendere. Non appena giunto il piroscafo a Palermo è salito a bordo l'ispettore Buindi. Mazzini era truccato da inglese, si chiamava John Brown e parlava la lingua di John Bull.
      - Nossignore, - gli disse l'ispettore di polizia, tirando fuori la fotografia che aveva nel portafoglio. - Lei è il signor Giuseppe Mazzini ed io ho l'ordine di arrestarlo.
      C'era il piroscafo Ettore Fieramosca che lo aspettava. Vi si condusse Mazzini e si fece subito rotta per Gaeta, dove venne chiuso in fortezza come prigioniero di Stato.
      Non appena si è saputo che il grande Maestro era in fortezza, è nata una profonda commozione. "Per un attimo passò sull'Italia un velo funebre. Pareva una sventura nazionale. Poi si sono scatenate le ire. Il ministero che stava per andare a Roma a compiere il lavoro della breccia è stato violentato da tutte le parti. Si sono rovesciate, su di lui tutte le immondizie dei dizionari.
      Il Governo è stato come sempre vile e ipocrita. Non ha saputo essere nè sgherro nè gentiluomo. È stato mascalzone. Ha amnistiato Mazzini, come aveva amnistiato Garibaldi e i garibaldini che sono andati a spargere il loro sangue nei piani di Borgogna. È stato l'ultimo dolore supremo dell'agitatore. I dimostranti che si congratulavano con lui della sua scarcerazione sono stati rimproverati. Amnistiare un uomo è il massimo degli oltraggi.


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Il cinquantenario
Note per la ricostruzione della vita pubblica italiana
di Paolo Valera
Casa Editrice Sociale Milano
1945 pagine 97

   





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