Le ha rifiutate. Centinaia di rivoluzionari le avrebbero intascate. Cipriani, proletario, con la figlia che stava per diventare vedova, voltò il dorso al piccolo benessere e continuò a scrivere nella Humanité come se avesse avuto venti anni.
Non voglio sciupare la biografia che porto nella testa da parecchi anni. Io l'ho conosciuto ed ho passato con lui momenti indimenticabili. L'altro giorno mi ha scritto che non avevo detto tutto di Wolff, la spia di Mazzini, che lui ha conosciuto personalmente. Io gli ho telegrafato tre parole: "Manda, manda, manda!". Egli ha mandato. Leggete:
Mazzini alloggiava, da anni, a Londra, al numero 18 Foulham Road, Foulham Terrace.
Per avvicinarlo, era un po' difficile. Bisognava passare per il tramite del suo fido, Luigi Wolff. Ma però, non bastava, perchè, se vi ritornavate senza di lui, eravate ricevuti da una grande e bella signora tedesca che portava i capelli a lunghe boccole, alle tempie, e se non le si dava il nome di Ernesti - pseudonimo di Mazzini - non si passava.
Dato il nome convenuto, si entrava in una saletta di mediocre grandezza e semplicemente ammobigliata, ove si trovava Mazzini seduto sopra un piccolo divano posto sotto la finestra che dava su Terrace, con un sigaro in bocca ed un bicchierino di bordeaux posto a portata della sua mano, sul davanzale del caminetto, che leggeva il Times ed altri giornali di altri paesi.
Egli era piccolo di statura, esile. Vestiva modestamente di nero, e portava al collo un cravattone, pure nero, che glielo fasciava tutto.
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Il cinquantenario
Note per la ricostruzione della vita pubblica italiana
di Paolo Valera
Casa Editrice Sociale Milano 1945
pagine 97 |
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