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      Ingrossò il sottovoce con frasi aride. C'è stata una furiosa battaglia d'inchiostro.
      Da una parte si negava, dall'altra si accusava. Bastogi alzava le mani facendole vedere monde. Si diceva vittima della calunnia, minacciava di querele. Il sottovoce ghignava e diventava impertinente. Levava la testa con aria di sfida. I reazionari protestavano, dicevano la Destra pura. Il sottovoce era divenuto un nome.
      Il nome una legione di nomi. Nessuno era più salvo. Tutti i deputati che avevano votato per la concessione delle ferrovie meridionali erano sospetti. Le malelingue facevano circolare le cifre intascate dai corrotti. Il sussurro è divenuto generale. Vox populi, vox dei. Lo dicevano tutti. Bisognava piegare.
      Anche gli onorevoli che non avevano partecipato al banchetto dei corrotti incominciarono a credere che nel negozio per le ferrovie meridionali si nascondesse un vituperevolissimo mercato. Se non giungiamo, diceva l'onorevole Mordini, a compiere e presto la arginatura, avremo lo straripamento della corruzione. I nomi più illibati sono fatti segno al sospetto. Non resta riputazione intatta. La Camera deve procedere risolutamente con un atto solenne di moralità. La Camera deve volere l'inchiesta. E l'inchiesta venne approvata da tutti i presenti, meno tre. I risultati non furono tali da pacificare l'opinione pubblica. Molti nomi sono stati rispettati, molte cose taciute. A udirne la relazione gli onorevoli erano tutti galantuomini.
      Qualunque voce, o sospetto, diceva, di corruzione esercitata verso uno o più deputati nell'occasione della discussione e votazione della legge sulle ferrovie meridionali è rimasta pienamente smentita


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Il cinquantenario
Note per la ricostruzione della vita pubblica italiana
di Paolo Valera
Casa Editrice Sociale Milano
1945 pagine 97

   





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