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      Cito quella che ha condannato la prima per avere provato che Ruggero Bonghi occupava tre impieghi governativi. Cito quella fra il Gazzettino Rosa e il Civinini, deputato passato da un tramonto all'altro dalla sinistra alla destra. Cito quella di Cristiano Lobbia, maggiore dello stato maggiore e deputato di sinistra al Parlamento di Firenze. Il Lobbia è stato il protagonista di una lugubre storia piena di cadaveri. Il cancan di quei giorni era intorno alla Regìa cointeressata. La concessione era stata ottenuta con lo stesso metodo che aveva servito al Bastogi per la concessione delle linee ferroviarie.
      Il personaggio del mercato era il Balduino, direttore del Credito Mobiliare Italiano. Con l'audacia dell'arrivista che vuol riuscire ad ogni costo ha cercato di soffocare il sottovoce, minacciando di querela giornali e privati che avessero osato accusarlo di corruzione.
      Si è fatto avanti il Cristiano Lobbia. È andato alla Camera e per costringerla a votare l'inchiesta sui "si dice" ha aggiunto che egli aveva in mano documenti per provare che un deputato aveva "indebitamente lucrato nell'affare della Regìa".
      - La deposizione documentale è nelle mie mani - diceva - ed è stata legalizzata da un notaio. È qui - esclamava, agitando due larghe buste chiuse.
      Non c'era più modo di scappare. L'accusa aveva il suo gerente responsabile. Il governo non potendo più evitarla non ha lavorato che per diminuirla, che per confinarla nella zona delle restrizioni.
      Il Crispi era nel mistero, ma non voleva parlare.


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Il cinquantenario
Note per la ricostruzione della vita pubblica italiana
di Paolo Valera
Casa Editrice Sociale Milano
1945 pagine 97

   





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