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      - Eccoti il plico, diceva lo sconosciuto menandogli un colpo di pugnale al cuore. Il primo colpo è scivolato dal portafoglio grosso di carte e lo ferì al braccio. Cadde e il suo aggressore gli andò sopra e tentò di assassinarlo con altri due colpi alla testa.
      Cristiano Lobbia riuscì a divincolarsi e a trarsi dalla tasca la pistola con la quale fece partire due colpi.
      L'aggressore scomparve. Si è venuti a sapere più tardi che il maggiore da un po' di giorni era sempre seguito da due sconosciuti ch'egli supponeva agenti di pubblica sicurezza.
      Le pugnalate di via dell'Amorino son passate per il Paese come un'irritazione e una provocazione.
      Tutti vedevano nella mano che aveva attentato alla vita del Lobbia, la mano ministeriale o di alcuni ministeriali interessati a far scomparire un uomo per loro così pericoloso.
      Lobbia è divenuto l'uomo del giorno. Dimostrazioni, comizi, processioni dovunque. Dappertutto si gridava "Viva Lobbia! Morte agli assassini! Abbasso il ministero".
      I principali deputati sospetti erano Fambri, Civinini, Brenna, direttore della Nazione, e altri dodici o tredici che avevano preso i "zuccherini" dal Balduino, come gli altri avevano presi i carrozzini dal Bastogi.
      Su Fambri non c'era dubbio. Solo egli si scusava dicendo che aveva fatto un affare. Le azioni, secondo lui, le aveva comperate. Il Civinini era indiziato più degli altri. Lo si accusava di avere mercanteggiato il voto per un milione. Le azioni le aveva comperate il banchiere Basevi, pagando la provvigione al mediatore Tringalli in 52 mila lire.


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Il cinquantenario
Note per la ricostruzione della vita pubblica italiana
di Paolo Valera
Casa Editrice Sociale Milano
1945 pagine 97

   





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