Pagina (71/97)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Il primo ha dovuto scorpacciare dalle risa. Il suo ministro gli domandava tutto serio la sua opinione sulla fidanzata che stava per diventare la di lui moglie. Il re smascellava dalle risa.
      Il grande re trovava buffa la sua interrogazione. Hanno finito per convellere dalle risa tutti e due.
      Il Luciani per la Rattazzi è stato un romanzo. Fu un abbraccio che le prese il cuore. La Rattazzi non lo ha mai dimenticato. Galeottizzato a vita ella gli ha fatto pervenire un mensile che è durato fino alla sua morte e ha aiutato la madre e la sorella del complice principale nell'assassinio di Raffaele Sonzogno, uomo veramente sfortunato. Con una coltura politica da mangiare molti dei suoi contemporanei, con uno stile superiore allo stile dei giornalisti del suo tempo, altamente fiero della sua morale pubblica e privata è stato accoppato da sicari volgari, mentre era al tavolino della Capitale a scrivere l'articolo di fondo.
      Senz'accorgermi dimenticavo Urbano Rattazzi. Prima di Aspromonte egli era presidente della camera subalpina. Caduto Ricasoli, Vittorio Emanuele lo ha incaricato di formare la nuova amministrazione. A quei tempi era così lungo e pallido che qualcuno lo ha paragonato a una vecchia guaina raggrinzita. Impopolare, ha cercato di ingraziarsi Garibaldi. Prima della catastrofe il generale è uscito dal gabinetto convinto che il presidente del consiglio lo lasciasse fare. Ma poche settimane dopo il Rattazzi era un altr'uomo. Per salvarsi dai voti della demagogia fece nascere il famigerato "centro di sinistra", composto di anfibi Si era votato alla ipocrisia.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Il cinquantenario
Note per la ricostruzione della vita pubblica italiana
di Paolo Valera
Casa Editrice Sociale Milano
1945 pagine 97

   





Luciani Rattazzi Rattazzi Raffaele Sonzogno Capitale Urbano Rattazzi Aspromonte Ricasoli Vittorio Emanuele Garibaldi Rattazzi